Rio de Janeiro: La chiesa della Candelaria   

Nazioni Unite Europa Italia Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ICLEI

Stakeholder Forum

Greenpeace

WWF

LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN ITALIA  IN VISTA DI RIO+20

Rio de Janeiro, 4-6 giugno 2012

Homepage Comitato scientifico

Per rappresentare la situazione del dibattito italiano su Rio+20 daremo conto in questa pagina di tutte le iniziative rilevanti che avranno luogo nei prossimi mesi.  Per inquadrare con esattezza il percorso del nostro paese iniziamo con la pubblicazione del Documento predisposto dal network europeo ESDN per l'Italia che può essere consultato per intero. Di seguito riportiamo la scheda informativa.

ll Forum della Società civile                       La scheda ESDN sull'Italia                            L'iniziativa della Consulta del CNEL

In data 19 gennaio 2012 si è costituito spontaneamente il Laboratorio Sviluppo sostenibile, una sede autonoma di incontro della società civile per promuovere la discussione su Rio+20, promosso in prima istanza da Action Aid, Cgil, Cospe, Crocevia, Fair, Fiom, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica, Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, Legambiente, Slowfood, Oxfam, Rete Clima e WWF.

La dichiarazione di apertura del Laboratorio del 21 febbraio viene così riportata: "Rio+20  rappresenta un’opportunità per le organizzazioni sociali italiane di rimettersi in gioco riprogettando uno spazio comune di confronto, di analisi e di azione sul tema di un’economia di transizione e di una società ecologicamente e socialmente sostenibile. Le organizzazioni promotrici hanno confermato l’intenzione di alimentare un percorso comune verso Rio+20, con la prospettiva di costruire una cornice condivisa su cui costruire collaborazioni e convergenze. All’interno dello spazio comune del “laboratorio”, i temi   della Conferenza (Green economy e governance dello sviluppo sostenibile) verranno ricanalizzati  con l’obiettivo di ricercare punti di vista condivisi per un’iniziativa politica fatta di incontri pubblici, promozione di momenti di confronto a livello sociale, politico e istituzionale e sperimentazione concreta di esperienze di transizione. Si è concordato sull’importanza di avere una partecipazione ampia e differenziata coinvolgendo, oltre alle organizzazioni non solo di radice ambientalista, ma anche sindacale, sociale, economica-solidale, economica (imprese, a partire dalle piccole) e istituzionale (enti pubblici)".

I DOCUMENTI DEL NEGOZIATO

 

NAZIONI UNITE

 

"Resilient People, Resilient Planet: a future worth choosing" Il Rapporto dell'United Nations Secretary-General’s High-level Panel on Global Sustainability

La prima versione "Zero Draft" del documento finale di Rio+20

Rioplustwenties "Rio+20 Participation Guide - An introduction for children
and youth
"
Risoluzione ONU 64/236 del 24 dicembre 2009

La Roadmap ONU delle NGO  verso Rio+20 del 2011

La posizione dell'UNCTAD: "The road to Rio+20 for a development-led green economy" del  2011

Documento del Segretario Generale dell'UNCSD per il II PrepCom del marzo 2011 sugli obiettivi e i temi della UNCSD

Rapporto di sintesi del primo Intersessional Meeting CSD del gennaio 2011

La proposta del Presidente del Brasile

 

UNEP

GEO-5

"Global Environmental Outlook"

Il Sommario per gli operatori politici del febbraio 2012

 

Le 21 criticità per l'ambiente nel ventunesimo secolo     del febbraio 2012

Keeping Track of our Changing Environment: From Rio to Rio+20

 

EUROPA

Documento del Consiglio Ambiente del 9 Marzo 2012: "Rio+20: Pathways to a sustainable future"

Contributo degli enti locali e regionali dell'UE alla conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile 2012 (Rio + 20) del 14 e 15 dicembre 2011

Il Contributo Europeo alla UNCSD per la preparazione dello Zero Draft del Documento finale di Rio+20

Il documento del Consiglio Europeo dei Ministri dell'Ambiente del 10 ottobre 2011

La risoluzione del Parlamento Europeo del 29 settembre

La Mozione del Comitato ENVI del Parlamento Europeo per una posizione unitaria su Rio+20

La posizione della Commissione Europea del giugno 2011

 

ITALIA

Il Piano d'Azione Ambientale per lo sviluppo sostenibile

RIO+20 sul WEB

 

Il sito UNCED

 

Ministero dell'Ambiente

 

ENI: Verso la Conferenza Rio+10

Le attività del Laboratorio

Raccomandazioni del Laboratorio per lo Sviluppo sostenibile su Rio+20. Il Laboratorio per lo Sviluppo sostenibile considera la prossima Conferenza dell'ONU “Rio+20” una occasione di vitale importanza. L'auspicio è che il Summit possa segnare uno spartiacque profondo nel cambiamento dell'attuale modello di sviluppo globalizzato al fine di porre al suo centro i diritti fondamentali dell'umanità nel rispetto del pianeta e dell'ecosistema, bene comune universale.

I risultati fondamentali attesi da Rio+20. L’affermazione della necessità di cambiare l'attuale paradigma economico insostenibile assumendo l'affermazione dei diritti umani e della natura al centro di una nuova e diversa stagione di progresso. Governare equamente la transizione con  impegni seri e tangibili a livello globale e locale a garanzia dell'equità, prevedendo in particolare un piano di protezione sociale per tutte le persone e rafforzando gli sforzi nei paesi più poveri. Un’equa transizione implica la necessità di mobilitare risorse pubbliche e promuovere gli investimenti privati nella fase di implementazione. Oltre a sollecitare i Paesi donatori a mantenere il proprio impegno di destinare lo 0,7% del loro PIL in aiuti pubblici allo sviluppo, Rio+20 rappresenta un’opportunità per creare consenso intorno all’istituzione di meccanismi di finanza innovativa, quali la Tobin Tax e i proventi derivanti dalle misure la riduzione delle emissioni nei trasporti.

Predisporre un solido quadro di riferimento a garanzia della partecipazione della società civile, dell'accesso alle informazioni e ai meccanismi di giustizia. Partecipazione ed accountability sono da sempre stati considerati come principi determinanti per lo sviluppo sostenibile. Non si può porre fine alla povertà senza includere nei processi decisionali le persone che per prime ne sono colpite.

Lanciare a livello mondiale una Green economy inclusiva fondata sulla equità sociale, sull'inclusione dei gruppi vulnerabili, sul lavoro dignitoso per tutti, sul rispetto della democrazia e dei diritti e su un sistema di welfare rapportato a bisogni di donne e uomini. Si ritiene che particolare protezione debba essere data alle donne che nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo hanno spesso subito un accesso iniquo alle risorse naturali da cui il loro stesso sostentamento è fortemente dipendente.

La Green economy deve garantire che le persone più vulnerabili abbiano adeguato accesso alle risorse naturali dal momento che queste risorse rappresentano spesso l’unica fonte di sostentamento; deve garantire l'uso efficiente delle risorse naturali, assicurando un’equa ripartizione degli oneri tra Paesi a livello globale, dare priorità alle fonti rinnovabili, alla internazionalizzare dei costi sociali e ambientali, a cicli di vita virtuosi dei prodotti, ad azzerare progressivamente le emissioni ed i rifiuti; deve fare ricorso ad una forte regolamentazione finanziaria e vincoli alla speculazione e sostegno all'economia reale, proteggere i beni comuni. Ci aspettiamo da Rio+20 che siano affrontati i problemi emergenti, in particolare:

  • una transizione giusta e capace di affrontare il cambiamento industriale e la crescente instabilità dei mercati in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti;

  • un impegno straordinario per creare posti di lavoro dignitosi e sicuri tramite politiche mirate in materia di occupazione e formazione;

  • la eliminazione di tutti i sussidi che danneggiano l'ambiente, in particolare quelli a favore dei combustibili fossili e quelli non sostenibili a favore dell'agricoltura e della pesca, trasferendoli alle energie rinnovabili, prevedendo adeguate garanzie per alleviare gli effetti sulle persone più vulnerabili;

  • approntare e incentivare piani di riconversione industriale delle produzione ad alto impatto ambientale;

  • dare coerenza agli incentivi rafforzando il quadro normativo per le contabilità nazionali e aziendali per il controllo dei i flussi di capitale naturale; utilizzando al meglio la politica fiscale in favore della sostenibilità ambientale, nonché a tutela dei  posti di lavoro verdi e decenti;

  • generalizzare gli appalti pubblici sostenibili;

  • monitorare i progressi con un nuovo sistema di indicatori standard che vada oltre il PIL,  spostare il focus dalla misurazione della produzione economica alla misurazione del reddito disponibile e della sua distribuzione tra le famiglie; riconoscere valore al lavoro volontario non retribuito, con particolare riferimento al lavoro di cura; cambiare la prospettiva con cui si valuta la ricchezza e il benessere passando dalla misurazione dei flussi alla misurazione dell’insieme dei beni (stock) che costituiscono la ricchezza;; dare particolare attenzione alla misurazione dell’ineguaglianza.

Su questi presupposti e con questa visione il Laboratorio ha sviluppato una serie di raccomandazioni relative al documento di Rio+20 “The Future we want” (> Leggi il testo integrale del documento e le Raccomandazioni del Laboratorio per lo Sviluppo sostenibile).            

Read the english test of the SD Lab. Recommendations for Rio+20

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11 maggio 2012: secondo incontro del Laboratorio Sviluppo sostenibile con Paolo Soprano. Anche questo incontro è dedicato alla discussione dello stato del negoziato ed alle richieste di chiarimento da parte dei partecipanti al laboratorio. Il giudizio del rappresentante dell'Europa al Bureau è molto preoccupato per la scarsità dei progressi della seconda settimana del negoziato informale di fine Aprile che ha lasciato un testo irto di emendamenti, parentesi quadre opzioni ed impuntature, molti dei quali veramente oziosi (> vai ai resoconti giornalieri)

Inevitabile la convocazione di un supplemento di negoziato informale che avrà a disposizione 5 giorni soli a partire dal 29 maggio. I Co-Chair presenteranno una proposta per il mainstreaming del testo allo scopo forzare una soluzione presentabile. A loro è stata chiesta più leadership, visti i risultati davvero poveri dell'approccio notarile seguito finora. A Parere di Soprano questo testo dovrebbe essere reso disponibile per il 27 Maggio.

Non sembrano però superabili talune contraddizioni come la poca disponibilità dei paesi del Nord a potenziare i trasferimenti finanziari e di tecnologia, anche a causa (o col pretesto) della grave crisi economica in atto cui i paesi meno ricchi certamente risponderanno creando gravi difficoltà all'avanzamento della Green economy e più ancora all'idea EU di far approvare una Roadmap di orientamento generale del processo. Si potrà forse ottenere alla fine una dichiarazione di principio sulla Green economy, una definizione più puntuale o, più difficilmente un annesso al documento con una Roadmap  come vorrebbe l'Europa. Anche tra i paesi europei non c'è identità di vedute. Ancor più difficile  il cammino del quadro IFSD della governance dello SD. Le proposte sono le solite, anche le contrapposizioni sono le solite. Germania (c'è però la notizia che la Merkel non andrà a Rio) ed Olanda si battono sul fronte di una riforma consistente con l'upgrading dell'organo di governo in un Consiglio SD e dell'UNEP in un'Agenzia. Qui non basterà l'appoggio dei paesi africani, che pure hanno rotto il fronte G77/Cina obbligando il gruppo a ritirare il documento formalmente presentato venerdì mattina. La previsione è che si darà incarico alla Segreteria di costituire un Forum per la governance dello SD con lo spazio per convocare i capi di Stato e di Governo nella settimana annuale di apertura dell'assemblea Generale ONU. Per l'UNEP, anche a causa dell'opposizione frontale degli USA all'Agenzia e dell'ostilità di Cina, India e Sudamerica, si potrà pensare ad un potenziamento funzionale da programma ad Organizzazione, una universalizzazione ed un ruolo di coordinamento dei MEA.

Soprano è scettico su una proposta che circola ancora in favore di un alto Commissario per le generazioni future, un Ombudsman, figura ormai inflazionata a livello internazionale.

Tentando un inventario dei risultati che allo stato attuale hanno qualche prospettiva, Soprano indica:

  • avvio del processo per la definizione degli SDG, sotto il controllo della Segreteria e dell'Assemblea Generale che deve armonizzarli con gli obiettivi del Millennio (MDG) che vanno a verifica nel prossimo biennio. La proposta degli SDG non faceva parte dei temi originari di convocazione di Rio+20. è quindi prevedibile che questa proposta avanzata dai sudamericani finirà per ntralciare il percorso negoziale della Green economy;

  • miglioramento delle procedure di reporting e di monitoraggio, per i governi e per le imprese;

  • incarico alla Segreteria Generale di creare i presupposti per apprestare nuovi indicatori di benessere al di là del PIL. Il laboratorio fa notare che in Italia, per opera del CNEL e dell'ISTAT sta per concludersi il progetto per l'elaborazione di un nuovo sistemi di indicatori per il benessere. sarà probabilmente costituito un panel di esperti ad alto livello, capace di dare corso alle indicazioni del Rapporto Stiglitz (> vedi il Rapporto Stiglitz in italiano);

  • un maggior ruolo globale del sistema delle imprese e del settore privato per sostenere lo sforzo delle politiche per lo sviluppo sostenibile, benché da più parti si segnali il rischio che i beni comuni siano affidati alla cura del mercato e dei privati;

  • la rituale conferma degli impegni di Rio e di Johannesburg. Un rinnovato impegno politico per lo sviluppo sostenibile;

  • empowerment della società civile (Major Groups) nella negoziazione e nella governance entro il sistema delle Nazioni Unite, comunque sia riformato o modificato

  • in materia di politiche di settore si proverà ad ottenere la costituzione dei santuari marini oltre i limiti delle acque territoriali.

Sulla questione posta dal laboratorio relativa ai sussidi nocivi per l'ambiente le opposizioni e gli interessi sono tanto espliciti da far temere un nulla di fatto nonostante che l'OCSE si pronunci ormai apertamente per l'abolizione. Scarso è pure l'impegno sulla questione dei rifugiati ambientali.

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22 Aprile 2012: incontro del Laboratorio Sviluppo sostenibile con Paolo Soprano. Il negoziato è in una fase critica. Alla fine di Marzo i due co-Chair, in un sussulto di responsabilità, hanno portato alla discussione del Bureau l’impegno ad intervenire direttamente attraverso la proposta di uno ”streamlined text” (un testo negoziale di compromesso) che è stato molto criticato dal G77. In quel testo i due co-chair hanno cercato di fare un’operazione di semplificazione e riduzione senza però spingersi troppo in avanti su alcuni nodi più complessi come la questione della governance ONU dello sviluppo sostenibile. Il testo è stato inserito nella nuova versione di oltre 200 pagine dello “Zero draft” uscita dalla prima tornata negoziale di fine marzo. Alla prossima sessione negoziale (cosiddetta seconda informal informal) del 23 Apr-4 Maggio (> vai al resoconto) la discussione sarà da dove ricominciare. Ovvero, se dalle oltre 200 pagine di testo oppure dalla proposta di compromesso avanzata dai due co-Chair. Quest’ultima è la posizione dell’Ue, del Canada e di tutti gli altri Paesi OCSE ma non quella del G77-Cina).

La valutazione, quindi, che Paolo Soprano dà del testo alternativo dei co-Chair è chiaramente positiva, anche se afferma che loro si sono assunti alcuni rischi, ad esempio sugli SDGs (Sustainable Development Goals) in relazione alla necessità di raccordare questo processo con quello di revisione degli MDGs, materia  sulla quale lo stesso Segretario Generale Ban Ki-moon ha fatto molta pressione.

Rispetto alla Green economy (Zero Draft Sez. III, Framework for Action e Follow up (Sez. V)) la posizione europea è ben nota e porta avanti l’idea di una Roadmap almeno parzialmente vincolante, sullo stile di Durban. Rispetto invece alla governance dello sviluppo sostenibile, nota con l’acronimo IFSD (Zero Draft, Sez IV) non c’è accordo nemmeno all’interno della UE. Le due posizioni contrapposte sono:

q      Riforma del ECOSOC elevando l’attuale CSD ad uno status superiore ma sempre all’interno del ECOSOC.

q      Trasformare la CSD in un Consiglio indipendente, soluzione che pone la questione dei costi stimati in circa 15 M€, superiori ai costi della soluzione per evidenti economie di scala.

La Germania sostiene la seconda opzione, mentre l’Italia la prima, in quanto la seconda opzione creerebbe un conflitto di competenze su materie simili.

In materia di IFSD il Brasile ha chiesto di diminuire le ambizioni, ma la UE sostiene l’upgrade dell’UNEP ad Agenzia specializzata delle Nazioni Unite.  A tale proposta si oppongono gli Stati Uniti, il Canada e la Federazione Russa, alcuni Paesi del G77, come l’Egitto che siede pure nel Bureau, mentre c’è l’appoggio tra gli altri dell’Unione Africana, cui l’UE assicura di voler mantenere la sede della nuova Agenzia a Nairobi.

Nel G77-Cina si riscontrano divisioni interne a livello di blocchi regionali (America Latina e Centrale, Africa, Asia). I Paesi Latinoamericani sono contrari ad un’agenda sulla Green Economy (il dibattito è vasto e coinvolge anche la società civile). Questi paesi sono preoccupati che la Green Economy si trasformi in un nuovo protezionismo ambientale ponendo una serie di nuove condizionalità al loro processo di sviluppo. Forte opposizioni ci sono anche rispetto al richiamo degli investimenti privati nella Green Economy. Dentro l’UE, Italia e Francia sono sensibili rispetto ad alcune criticità che la questione investimenti privati comporta dal punto di vista, ad esempio, dell’accesso alle risorse naturali.

I Paesi dell’ALBA sono contrari al concetto di Green Economy e sono portatori di una visione etica e conservativa_ riguardo al tema delle risorse naturali.

Gli Stati Uniti hanno posizioni di retroguardia, orientate al damage control piuttosto che allo SD anche perché storicamente considerano l’ambiente e l’energia, come temi di sicurezza nazionale. Il Canada è più vicino alle posizioni americane anche se con alcune sfumature. Il Giappone ha posizioni più flessibili, anche sull’UNEP ma è contrario ad impegni finanziari aggiuntivi.

Focus sull’Italia: l’Italia, con Paolo Soprano, ha il coordinamento della posizione comunitaria e, pur con sfumature diverse, si riconosce nelle posizioni europee. Per l’Italia, la Green Economy non è una opzione ma una scelta obbligata, anche se la CGIL osserva che nel Piano per lo sviluppo del Governo di Green economy ce n’è poca. In materia di aiuti allo sviluppo, secondo Soprano, l’Italia, pur essendo tra i donatori maggiormente inadempienti, svolge un ruolo propositivo insieme alla Svizzera, alla Corea del Sud ed al Giappone,  incalzante anche nei confronti degli altri Paesi donatori recalcitranti, anche se Soprano critica la posizione dei PVS rispetto alla richiesta di risorse finanziarie, laddove, sostiene, questi stessi Paesi non sanno impiegarli bene (bassa efficacia ed efficienza degli ODA a causa, ad esempio, della corruzione).

Rispetto ai BRICS, la posizione italiana è che non è pensabile che continuino a giocare su due tavoli, da un lato come Paesi in via di sviluppo, dall’altro come quelli che attualmente stanno trainando l’economia globale.

Rispetto alla IFSD, c’è una certa latitanza e un sottodimensionamento del ruolo delle istituzioni finanziarie multilaterali e la UE, secondo Soprano, dovrebbe fare richieste esplicite in tal senso.

Sui Major Groups, cioè sulla società civile,  non c’è ancora accordo sul ruolo che la società civile dovrebbe avere nel negoziato (si veda anche la lettera di oltre 1000 CSOs al segretario della Conferenza Sha-Zukang).

Nell’ultimo coordinamento comunitario Soprano ha avuto il mandato di sostenere il cosiddetto Modello Nagoya_ (> vedi il Nagoya Protocol on Access to Genetic Resources and the Fair and Equitable Sharing of Benefits Arising from their Utilization to the Convention on Biological Diversity). Questo modello prevede la possibilità per le CSO di prendere la parola nelle sessioni negoziali e di poter fare emendamenti che possono essere accolti se sostenuti da almeno un negoziatore ufficiale. Secondo Soprano però è difficile che vi sia consenso nel Bureau per questo modello (l’Egitto, ad esempio, aveva proposto di eliminare tutti i side-events, momenti di dialogo tra governi e CSO, per dedicare questo tempo al negoziato!). Questo, sostiene Soprano, è un peccato anche alla luce delle aspettative che si erano create in conseguenza del processo molto partecipato di definizione dello Zero Draft dell’Ottobre dell’anno scorso.

Sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e sugli SDG la titubanza dell’Unione Europea è dettata dal fatto che la UE considera ancora validi i principi dello sviluppo sostenibile di Rio 1992 e l’implementazione  di Agenda 21. Per l’Ue quindi non è necessario negoziare questi nuovi SDG anche perchè potenzialmente vi è il rischio che distolgano l’attenzione del negoziato dai due obiettivi prioritari, la Green economy come strumento di sviluppo sostenibile e di riduzione della povertà e la Governance dello sviluppo sostenibile. Nonostante tutto però, gli SDG hanno ricevuto grande sostegno grazie anche al ruolo svolto da Ban Ki-moon che lo scorso Marzo ha dichiarato che dopo la Conferenza di Rio+20 verrà nominato un High Level Panel di esperti al fine di individuare le necessarie convergenze tra l’idea di aggiornare gli SDG dopo vent’anni dalla Conferenza di Rio del 1992 e dopo la revisione degli obiettivi del Millennio del 2015. Secondo Soprano questo è un esercizio molto complesso che andrebbe approcciato dal punto di vista della necessità di non perdere i benefici che le due prospettive possiedono e non si perdano quegli elementi di concretezza che hanno determinato buona parte del successo degli MDG. Gli SDG inoltre devono essere universali, ovvero valere per tutti e non solo per i Paesi donatori, anche se gli si fa notare che il principio delle responsabilità comuni ma differenziate non può essere eluso. Anche l’Ue ha accettato gli SDG, cercando di collegarli alla propria Roadmap sulla Green economy che prevede essa pure obiettivi, target ed azioni specifiche.

Nelle risposte date a fine incontro, Paolo Soprano ha sottolineato il fatto che non esiste al momento una vera e propria strategia comunitaria per la Green Economy, e che è necessario affiancare a questo termine quelli di inclusiva ed equa. Osserva poi che c’è un accordo ampio rispetto al tema dei criteri di misurazione del benessere beyond GDP e che dopo Rio+20 si avvierà un percorso intergovernativo all’interno del quale discutere di modelli alternativi di misurazione di crescita e di benessere (> consulta il sito italiano BES del CNEL e dell’ISTAT). Infine Soprano ha sottolineato la necessità di cominciare a lavorare sul follow up di Rio+20 che considera forse più importante dello stesso Rio+20.

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Nota del Laboratorio di revisione e proposta sulla prima versione dello Zero Draft del documento finale di Rio+20 del 10 gennaio. Lo Zero Draft del 10 gennaio traccia l'impostazione del documento conclusivo della Conferenza di Rio+20 sullo Sviluppo Sostenibile. Il Laboratorio considera la prossima Conferenza dell'ONU “Rio+20” una occasione di vitale importanza. L'auspicio è che la Conferenza possa segnare un spartiacque profondo nel cambiamento dell'attuale modello di sviluppo globalizzato al fine di porre al suo centro i diritti fondamentali dell'umanità nel rispetto del pianeta e dell'ecosistema, bene comune universale.

Lo Zero Draft, "Il futuro che vogliamo" è  una discreta base per la  discussione sui temi dello sviluppo sostenibile per Rio +20 in quanto raccoglie e ordina molte delle questioni che devono essere affrontate. Tuttavia, il documento non è ancora all'altezza delle sfide. Propone un approccio “ordinario” a fronte dei problemi aperti dalla crisi climatica e, più in generale, del cambiamento globale, dal processo di sviluppo globalizzato, dalla crisi economico e finanziaria, dalla progressiva crescita demografica e dalla conseguente pressione su risorse alimentari ed energetiche. Non elaborando una valutazione critica dei limiti che hanno segnato questi venti anni di esperienza, le proposte avanzate nel documento non riescono a cogliere adeguatamente l'opportunità rappresentata da un accordo globale sullo sviluppo sostenibile.

Nel complesso lo Zero Draft non si propone come un documento in grado di impegnare i capi di Stato e di governo su obiettivi chiari e definiti, si limita a riaffermare gli impegni precedenti e lascia per il futuro le decisioni da assumere sulle nuove azioni. Rio+20 non si può limitare a raccomandazioni, sollecitazioni e auspici. “Il futuro che vogliamo” ha bisogno di soluzioni politiche e proposte concrete, obiettivi ben definiti scadenze e piani d'azione su cui impegnare i Responsabili politici in merito alle decisioni che attueranno nel loro contesto nazionale e regionale, nella consapevolezza di lavorare ad un progetto globale e nel rispetto del principio di “comuni ma differenziate responsabilità”. (> leggi il testo completo della Nota del Laboratorio)

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26 Marzo 2012: Seminario del Laboratorio sul tema IFSD con Marina Ponti di UNDP.

L'appuntamento di Rio+20 segna in modo molto forte quello che è cambiato negli ultimi 20 anni di dialogo politico: una maggiore presenza e protagonismo della società civile, più ottimismo nella possibilità di cambiare, più fiducia nei primi 10 anni da Rio nel sistema delle Nazioni Unite, una fiducia oggi in declino per una maggiore subentrante debolezza, resa evidente dalla crisi economica, che il sistema ha dimostrato di non essere adeguato ad affrontare. Questa debolezza investe anche la Conferenza di Rio+20. Può aiutare invece la scelta della sede, nuovamente il Brasile, che meno investito dalla crisi e per il fatto di rinnovare una ospitalità dopo 20 anni può sentirsi impegnato per un buon esito dei negoziati.

Il processo di riforma delle Nazioni Unite si è arenato, essenzialmente per due motivi: per burocrazia di queste istituzioni che più grandi sono, più sono conservatrici; per i governi, come ad esempio l'Europa, tutti consapevoli  sulla diagnosi (ci sono troppi soggetti, troppe agenzie, ecc,), ma poco conseguenti. Il risultato è la mancanza di leadership a livello nazionale e internazionale dove tutte le varie agenzie lavorano per confermare il loro ruolo.

L'Onu ha portato avanti con i Governi, la società civile, obiettivi di sviluppo del millennio e ha riconosciuto gli obiettivi come sintesi delle Conferenze, ma il processo è stato a porte chiuse. Ora ha iniziato un processo aperto e inclusivo. Qui si apre la possibilità di inserire nuovi temi per questo tentativo di definizione di un nuovo paradigma di sviluppo. Ci sono proposte operative in fatto di governance come creare un'agenzia specializzata.

Se però non si coinvolgono i ministri dell'economia e tutto resta demandato a ministri dell'ambiente,  la questione ambientale resterà settoriale e a rischio di non fare passi avanti significativi. ECOSOC è stato riformato ed ora vi partecipano i Ministri della Cooperazione, ma il problema resta: o ci vanno i Ministri dell'economia, il FMI, la Banca Mondiale o non ci saranno passi concreti.

Rio ha cambiato le date per consentire ai capi di stato dopo il G20 del Messico, vadano a Rio. Ora, sappiamo che andrà anche il Presidente italiano Monti che dunque, sarebbe il caso di sentire subito, considerando che si parlerà di politiche nazionali.

Alberto Zoratti pur riconoscendo l'analisi sulla debolezza delle Nazioni unite, crede occorra strategicamente investire, anche se può apparire utopistico, individuando di volta in volta lo spazio in cui agire. Secondo lui la convenzione sulla Biodiversità aveva rappresentato una esperienza  da cui trarre indicazioni. La governance più che saltata non c'è proprio.  E non resta che ancorarsi alla Nazioni Unite, cogliendo di volta in volta il punto di leva da cui partire per intervenire.

Maurizio Gubbiotti ritiene sicuramente importante l'ambito Nazioni Unite, soprattutto per ciò che riguarda la necessità di mantenere uno spazio rimasto ancora multilaterale, davanti alla tendenza a cercare nella semplificazione dei percorsi decisioni complesse come quelle della Governance. Questo non significa perdere di vista l'ambito locale, regionale e nazionale, al contrario vuol dire costruire una strategia capace di tenere insieme questi aspetti all'interno di una lettura unica.

Toni Federico ha sottolineato che la governance è questione di equilibri interni e ha confermato la difficoltà di definire una riforma in un momento di cambiamenti economico-sociali molto forti, più celeri nelle loro ricadute e di crisi.A livello internazionale prevale lo scetticismo, ma si tratta di capire cosa sta avvenendo sullo sfondo. Il rischio è la fotocopia di Durban dove la UE si è alleata con paesi africani, notoriamente molto deboli; come dire che organismi come l'UE scelgono il meno peggio. Da qui non passano riforme nè azioni. la crisi che stiamo attraversando è crisi verticale: crisi verticale del sistema economico dove al centro non c'è la dimensione produttiva e si pone una grave questione di equità.  

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FORUM DELLA SOCIETà CIVILE

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

L’ITALIA VERSO RIO+20

Buone pratiche, idee e proposte per il futuro dello sviluppo sostenibile

Roma, 10 gennaio 2012; Università di Roma "La Sapienza"

Facoltà di Ingegneria – Aula del Chiostro - S. Pietro in Vincoli,  Roma

Il processo di preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile "Rio+20", in programma dal 20 al 22 giugno 2012 a Rio de Janeiro, sta entrando nella fase negoziale. Il 1° novembre scorso si è conclusa la raccolta dei contributi di idee richiesti dal Comitato Preparatorio a tutti gli Stati membri dell’ONU, alle organizzazioni internazionali e agli altri gruppi portatori di interessi (stakeholders) per formulare la prima bozza del testo negoziale della Conferenza che viene presentato in questi giorni a New York alle Nazioni Unite. L’obiettivo di Rio+20 è riaffermare l’impegno politico dei governi per lo sviluppo sostenibile attraverso la discussione di due temi:

  • un’economia verde per lo sviluppo sostenibile e per la lotta contro la povertà

  • il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile.

Alla conferenza Rio+20 la partecipazione della società civile costituirà però un elemento di fondamentale importanza e in questo spirito si svolgeranno numerosi eventi, per dare voce agli stakeholders e per consentire ai diversi gruppi di proporre idee e iniziative concrete complementari agli impegni che saranno assunti dai governi del mondo.

Sin dalla Conferenza di Rio de Janeiro "Ambiente e Sviluppo" del 1992 il ruolo e la partecipazione della società civile sono stati riconosciuti come elementi fondamentali nel processo di attuazione dello sviluppo sostenibile: l’Agenda 21 e la Dichiarazione dei Principi di Rio ne hanno formalizzato il riconoscimento individuando i cosiddetti Major Groups in rappresentanza delle sue principali componenti.

Il Forum della società civile: l’Italia verso Rio+20 convocato dal Ministero dell’Ambiente intende avviare in ambito nazionale un dialogo aperto e costruttivo, con il duplice obiettivo di stimolare lo scambio di esperienze e di buone pratiche e di favorire la partecipazione attiva degli stakeholders all’elaborazione dell’agenda italiana per un futuro sostenibile.

Gli interventi

Introduce il Forum il neo Ministro dell'Ambiente del nuovo Governo Monti, Corrado Clini, che dai primi anni '90 segue tutta la vicenda del negoziato internazionale sull'ambiente essendo stato, tra l'altro, capo della delegazione italiana al WSSD di Johannesburg nel 2002. Dichiara che "L'Italia intende impegnarsi a fondo a Rio+20" in un quadro di equilibri internazionali totalmente mutato rispetto alla UNCED di Rio 1992. (> ascolta l'intervento).

La sessione del mattino  sulla Green economy è introdotta dall'intervento di Edo Ronchi (> ascolta l'intervento), come è noto Ministro dell'Ambiente a Kyoto 1997, che ne richiama i presupposti con riferimento ai documenti dell'UNEP e dell'OECD, e da Gianfranco Bologna del WWF (> ascolta l'intervento)  che richiama i principi fondamentali dello sviluppo sostenibile auspicando che Rio+20 lanci gli SDG anzi quelli che definisce i Consumption Goals.

Importante, pur se non adeguatamente reso nel contesto necessario dello sviluppo sostenibile, l'intervento di Laura Sabbadini dell'ISTAT che relaziona sullo stato di sviluppo del progetto italiano di un nuovo set di indicatori di benessere e qualità della vita. Sulla Green economy di rilievo l'intervento di Ermete Realacci che mette bene in luce le potenzialità dell'Italia per una ripresa guidata da una visione nuova degli equilibri ambientali e della ricchezza della nostra cultura (> ascolta l'intervento).

Il documento di lavoro (>leggi il documento completo)

Il documento, preparato dal Ministero dell'Ambiente, presenta un'utile rassegna della storia del negoziato internazionale sullo sviluppo sostenibile, un resoconto approfondito sulla fase preparatoria e informazioni aggiornate sullo stato del negoziato. Il documento non contiene proposte né analisi originali e non è stato sottoposto a valutazioni, modifiche o emendamenti da parte del Forum. Il documento così conclude in merito al ruolo della società civile:

... A partire dal Vertice della Terra del 1992 è stato evidente che lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza affiancare all'impegno dei governi la partecipazione di tutti i settori della società civile: business e industria, bambini e giovani, agricoltori, popolazioni indigene, amministrazioni locali, organizzazioni non-governative, comunità scientifica e tecnologica, donne, lavoratori e sindacati.

A questi gruppi è chiesto di partecipare in modo attivo alle fasi di definizione dei contenuti della Conferenza e, successivamente, all'attuazione dei suoi risultati.

In questo senso emergono due aspetti innovativi. Da un lato, agli stakeholder è stato chiesto di inviare contributi e idee sugli obiettivi e sui temi della Conferenza che saranno presi in considerazione nella stesura della bozza di documento negoziale; dall'altro, il Brasile si è impegnato ad organizzare numerosi eventi interamente dedicati agli stakeholder in modo che idee, proposte e iniziative concrete entrino a far parte della Conferenza e dei suoi risultati finali.

Rio+20, infatti, rappresenta una sfida cruciale per raggiungere, attraverso uno sforzo congiunto dei governi e della intera società civile, gli obiettivi comuni e tutelare gli equilibri del pianeta, nell'ambito di un nuovo assetto per lo sviluppo sostenibile globale e per l'umanità. Obiettivo finale è rafforzare l'impegno politico per lo sviluppo sostenibile, con l'identificazione di un nuovo paradigma di crescita economica, socialmente equa e sostenibile, in un quadro rafforzato e più efficace della governance internazionale.

Nel medio periodo l'Italia si troverà ad affrontare sfide internazionali importanti nell'ambito delle quali avrà un ruolo politico di primo piano. La Conferenza Rio+20, la Presidenza dell'Unione Europea nel 2° semestre del 2014 e l'Expo Milano 2015 sono appuntamenti che richiederanno all'Italia un impegno di sostanza proprio sui temi dello sviluppo sostenibile.

È a questo fine che si è pensato di dare vita a forme di consultazione attive e partecipate al fine di comprendere con il più ampio spettro di attori possibile quali sono le sfide e le possibili risposte per un percorso più incisivo verso la sostenibilità a livello nazionale e internazionale.

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L'INIZIATIVA DELLA CONSULTA DEL CNEL

Il CNEL, attraverso un percorso di consultazione a largo raggio delle parti sociali, degli istituti pubblici di studio e di ricerca e delle NGO, ha istituito la "Consulta nazionale per lo sviluppo sostenibile (CNSS)" con il mandato di contribuire "alla implementazione della "Strategia Europea per lo sviluppo sostenibile" tenuto conto delle sue implicazioni nazionali sotto il profilo sociale, ambientale, economico ed istituzionale in una prospettiva di medio termine".

La Consulta si compone dei rappresentanti delle parti sociali presenti nel CNEL. Il CNEL chiamerà a far parte della Consulta i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei consumatori maggiormente rappresentative a livello nazionale. Ai lavori della Consulta sono invitati permanenti il rappresentante del CIACE, Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei,  del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero dello sviluppo economico, della Conferenza delle Regioni, dell’ANCI e dell’UPI.

Il CNEL istituisce un Comitato tecnico scientifico di supporto ai lavori della Consulta di cui farà parte la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile.

La Consulta, nel promuovere  e sostenere le politiche per l’attuazione della “Strategia europea per lo sviluppo sostenibile” si impegnerà, in particolare, nella ricerca  di percorsi e strategie che possano consentire un governo equo e sostenibile del processo di transizione che, secondo gli indirizzi europei, dovrà produrre un progressivo sganciamento dello sviluppo dal consumo delle risorse naturali. (> leggi il Documento istitutivo della Consulta).

Il CNEL mette in campo per il 20 ottobre 2011 la Conferenza “Sostenibilità, ambiente, innovazione: una sfida per l’Italia del futuro"  che ha per tema lo Sviluppo sostenibile in Italia  e il Summit Rio+20. La data cade alla vigilia della scadenza del termine dell'ONU per la consultazione allargata di tutti i paesi e di tutti i soggetti attivi in materia di sviluppo sostenibile, prevista per il 1 novembre 2011. (> scarica il Programma della Conferenza). La Fondazione per lo Sviluppo sostenibile interviene con un suo documento nella sessione dedicata alle priorità per lo sviluppo in Italia (> leggi il testo dell'intervento)

Agenda delle priorità per la transizione ad uno sviluppo equo e sostenibile

Documento di lavoro della Commissione IV del Cnel, 7 ottobre 2011

... dare risposte chiare e condivise ai problemi messi in luce dalla recente crisi. Allo stato le principali economie occidentali sono alle prese con la duplice esigenza di dare stabilità ai loro bilanci e, nel contempo, rilanciare il processo di crescita. Ancora una volta però si registra la logica dei due tempi: prima la stabilizzazione e poi lo sviluppo. Stenta ad emergere un approccio che vede legati i due momenti. E cioè che molto probabilmente le difficoltà economiche e finanziarie hanno radici anche nella stessa qualità dello sviluppo perseguito nei decenni passati. La conseguenza è che sia le misure per la stabilità e sia quelle per lo sviluppo tendono a riproporre modelli che si sono dimostrati ampiamente inadeguati sia sotto il profilo dell'equità e sia sotto quello della tutela dell’ambiente. Il limite di questo approccio sta nell'idea che tutto possa riprendere come era prima della crisi ed, in particolare, senza tenere conto della grande ipoteca sul futuro costituita dalla limitatezza della risorse e dal cambiamento climatico.

E' fuori di dubbio infatti come con la crisi sia iniziato un processo di transizione il cui sbocco finale si giocherà in larga misura sulla capacità di dare risposte positive, a livello globale e locale, alla crescente domanda sociale, alla diffusione dei processi di sviluppo economico, al contrasto al cambiamento climatico: in altri termini, sulla capacità di introdurre elementi di sostenibilità nel processo di globalizzazione. (> leggi l'intero documento)

Il contributo del Cnel alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile

Documento di lavoro della Commissione IV del Cnel, 4 ottobre 2011

Il 24 dicembre 2009 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con cui ha deciso di realizzare nel 2012 la Conferenza sullo sviluppo sostenibile (UN Conference on Sustainable Development - UNCSD). L'UNCSD 2012 si svolgerà a Rio de Janeiro 40 anni dopo la conferenza sull'ambiente umano svoltasi a Stoccolma, 20 anni dopo la conferenza sull'ambiente e lo sviluppo di Rio de Janeiro (Environment and Development - UNCED) e 10 anni dopo il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile tenutosi a Johannesburg (World Summit on Sustainable Development - WSSD).

In base alla risoluzione dell'Assemblea generale, l'UNCSD 2012 avrà tre obiettivi e i suoi lavori verteranno in particolare su due temi.

Gli obiettivi sono:

  • garantire un rinnovato impegno politico per lo sviluppo sostenibile;

  • fare il punto sui progressi finora compiuti e sui persistenti ritardi nell'attuazione delle conclusioni dei grandi vertici sullo sviluppo sostenibile;

  • affrontare le nuove sfide che si profilano.

I due temi specifici sono:

  • un'economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà;

  • il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile.

Il CNEL accoglie con favore la Risoluzione del Parlamento Europeo e la Comunicazione della Commissione come importanti punto di riferimento per un'analisi congiunta e una posizione comune delle istituzioni dell'UE in preparazione della conferenza Rio+20. In particolare il CNEL apprezza che la comunicazione delle Commissione sia stata presentata congiuntamente dai rispettivi Commissari responsabili dell'Ambiente e dello Sviluppo, il che evidenzia chiaramente la connessione tra Ambiente, Sviluppo sostenibile e Aiuti allo sviluppo.

Il CNEL si riconosce in larga parte nel parere del CESE in merito alla Comunicazione della Commissione Europea ...  IL CNEL confida infine che tutte le istituzioni ed i protagonisti della vita economica e sociale operino affinché i lavori del vertice Rio + 20 siano di incentivo al rafforzamento dell'impegno dell'Italia in materia di sviluppo sostenibile.      (> leggi l'intero documento)

 

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LA SCHEDA “ITALIA” DEL NETWORK EUROPEO ESDN PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Basic information

http://www.sd-network.eu/?k=country%20profiles

http://www.sd-network.eu/?k=country profiles&s=single country profile&country=Italy 

Year of approval of the SD Strategy and updates

The Italian Environmental Action Strategy for Sustainable Development (NSDS) was developed by the Ministry for the Environment, Land and Sea, in accordance with the 6th Environmental Action Plan and the guidelines of Barcelona 2002 European Council.

The NSDS was approved by the Inter-ministerial Committee for Economic Planning (CIPE) on 2nd August 2002 (CIPE Deliberation n. 57 of 2nd August 2002 (available in Italian only).

CIPE is the main body responsible for coordination and horizontal integration of national policies. The approval of the CIPE ensured the commitment of the Government as a whole, conferring a strong value to the document itself. The Inter-Ministerial nature of the CIPE had the purpose to allow that every social-economic development could be framed in the sustainability context as identified by the NSDS, causing a double effect: on one hand, the integration of the environmental concerns in the decision-making processes; on the other hand, the increasing co-ordination among the three pillars of development.

The decision to start a revision process of the NSDS to bring it in line with the EU SDS was included in the Economic and Financial Analysis and Planning Document (DPEF) of the national Government in 2007. The revision process started in September 2007 but was stopped in 2008.

Type of SD Strategy

NSDS covers environmental dimension of SD only.

Lead ministry/ institution in the SD Strategy process

Ministry for Environment, Land and Sea;

Link to the SD Strategy document

 Strategia d'azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile' (2002) (in Italian) (> vedi)

Further information about the SD Strategy process

The NSSD focuses mainly on environmental matters. The driving element for sustainability and for the definition of targets is essentially the achievement of a decoupling between economic growth and pressure on the use of natural resources and on the environment, especially in agriculture, power and transport sectors. Specific indicators for use of material, soil, energy, water, resources, and waste production per units of economic wealth are foreseen as a measure of outcomes achieved. The NSSD contains four broad priority themes, the same as stated in the EU 6th  Environmental Action Plan:

  1. Climate Change and stratospheric ozone

  2. Protection and sustainable use of nature and biodiversity:

natural resources - biotechnologies

soil, subsoil and desertification

marine and coastal habitats

   3. Quality of the environment and quality of life in urban areas:

urban environment

air quality

indoor air quality and radon

noise

electromagnetic pollution

genetically modified organisms

food security

reclamation of contaminated sites

environmental crime 

    4. Exploitation of resources and waste production:

use of natural resources

 

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Comitato Scientifico della

Fondazione per lo Sviluppo sostenibile

Via dei Laghi 12, 00198 Roma

Tel.: +39 06 8414815

Fax: +39 06 8414583

info@susdef.it

www.fondazionesvilupposostenibile.org

Coordinatore: Toni Federico (email:federico@susdef.it)

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