Rio de Janeiro: una favela   

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L'EUROPA A RIO+20: PREVALE LO SCETTICISMO

Rio de Janeiro, 4-6 giugno 2012

Homepage Comitato scientifico

I DOCUMENTI DEL NEGOZIATO

 

NAZIONI UNITE

 

"Resilient People, Resilient Planet: a future worth choosing" Il Rapporto dell'United Nations Secretary-General’s High-level Panel on Global Sustainability

La prima versione "Zero Draft" del documento finale di Rio+20

Rioplustwenties "Rio+20 Participation Guide - An introduction for children
and youth
"
Risoluzione ONU 64/236 del 24 dicembre 2009

La Roadmap ONU delle NGO  verso Rio+20 del 2011

La posizione dell'UNCTAD: "The road to Rio+20 for a development-led green economy" del  2011

Documento del Segretario Generale dell'UNCSD per il II PrepCom del marzo 2011 sugli obiettivi e i temi della UNCSD

Rapporto di sintesi del primo Intersessional Meeting CSD del gennaio 2011

La proposta del Presidente del Brasile

 

UNEP

GEO-5

"Global Environmental Outlook"

Il Sommario per gli operatori politici del febbraio 2012

 

Le 21 criticità per l'ambiente nel ventunesimo secolo del febbraio 2012

Keeping Track of our Changing Environment: From Rio to Rio+20

 

EUROPA

Documento del Consiglio Ambiente del 9 Marzo 2012: "Rio+20: Pathways to a sustainable future"

Contributo degli enti locali e regionali dell'UE alla conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile 2012 (Rio + 20) del 14 e 15 dicembre 2011

Il Contributo Europeo alla UNCSD per la preparazione dello Zero Draft del Documento finale di Rio+20

Il documento del Consiglio Europeo dei Ministri dell'Ambiente del 10 ottobre 2011

La risoluzione del Parlamento Europeo del 29 settembre

La Mozione del Comitato ENVI del Parlamento Europeo per una posizione unitaria su Rio+20

La posizione della Commissione Europea del giugno 2011

 

ITALIA

Il Piano d'Azione Ambientale per lo sviluppo sostenibile

RIO+20 sul WEB

 

Il sito UNCED

 

Ministero dell'Ambiente

 

ENI: Verso la Conferenza Rio+10

 

25 Ottobre 2012. Conclusioni del Consiglio Ambiente su Rio+20. Colpisce che l'Europa abbia lasciato trascorrere quattro mesi per rilasciare una (tiepida) dichiarazione sulle conclusioni di Rio+20 con il documento "Rio+20: Outcome and follow-up to the UNCSD 2012 Summit - Council conclusions". Non v'è dubbio che l'Europa sia tra i grandi protagonisti di Rio + 20 il più scontento poiché non è riuscita nell'intento di far passare la sua proposta di una Roadmap universale per la Green economy e perché non è passata nemmeno la trasformazione dell'UNEP da Programma ad Agenzia universale per lo Sviluppo sostenibile, per la quale l'Europa aveva assunto precisi impegni con i paesi africani.

La Roadmap per la Green economy ha urtato la (ragionevole) opposizione di quanti, la Cina e non solo, non intendono farsi dettare l'agenda dello sviluppo dai paesi occidentali, ancor meno credibili ora che la crisi economica li ha indeboliti. Peraltro le opposizioni ad una nuova UNEP, che lasciano aperto il problema di un'allocazione autorevole della tematica dello sviluppo sostenibile nell'ambito delle gerarchie dell'ONU, hanno prevalso con la motivazione (solida) che non ci sono le risorse necessarie, che non si vuole un'Agenzia troppo autorevole su una materia tanto delicata (argomento comprensibile) e che UNEP, per essere un programma di protezione ambientale, nonostante gli sforzi del valoroso Direttore Steiner, non può avere competenze adeguate in materia di economia e di sviluppo sociale (argomentazione, questa, piuttosto pretestuosa).

Alla fine l'Europa non può esimersi dal dichiarare che il Consiglio accoglie con favore l'accordo raggiunto dai capi di governo e dai rappresentanti di alto livello alla Conferenza Rio +20 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile del giugno 2012 e il documento finale concordato "Il futuro che vogliamo", che costituisce una solida base per ulteriori lavori nella continua ricerca di uno sviluppo sostenibile a livello globale, regionale, nazionale e locale. La EU ribadisce la propria volontà, immutata come quella dei suoi Stati membri, di perseguire un ambizioso follow-up di Rio +20 e di mettere in campo azioni e iniziative per andare avanti e rendere completamente operazionali e attuabili tutti gli impegni contenuti in "Il futuro che vogliamo" a livello UE e a livello degli Stati membri. Ognuno vede che il documento politico è qui ridimensionato ad una base (anche se solida) per andare avanti, niente di più.

L'Europa intende in particolare procedere attraverso la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile (SSS), che dovrà quindi essere riesaminata al più presto possibile, al più tardi nel 2014, tenendo conto della Comunicazione che la Commissione Europea produrrà entro il primo trimestre del 2013, così come della strategia Europa 2020 e delle attività che verranno intraprese da subito per costruire nuove relazioni con nuovi partner e per consolidare alleanze a livello regionale e internazionale.

In una nota conclusiva fuori testo del Documento del Consiglio la Commissione prende atto, con palese irritazione,  del parere ivi espresso  che la Strategia dell'UE per lo Sviluppo sostenibile debba essere riesaminata al più presto possibile, al più tardi nel 2014. La Commissione attribuisce grande importanza allo Sviluppo sostenibile, tuttavia, ritiene che la Strategia Europa 2020 ed il semestre europeo siano strumenti migliori per fornire un quadro più efficace per il conseguimento degli obiettivi in tutti e tre i pilastri dello sviluppo Sostenibile attraverso la sua integrazione operativa nell'Unione e nelle politiche degli Stati membri. In altri termini la Commissione richiama un evidentemente distratto Consiglio al fatto che EU 2020 è la Strategia europea per lo Sviluppo sostenibile e che la SSS è un prodotto debole, invecchiato e senza obiettivi chiari. Condividiamo senza esitazioni questa tesi ma non possiamo evitare qualche preoccupazione sullo stato della governance europea e sulla coesione e coerenza delle varie istanze, già vista nelle fasi che avevano preceduto la spedizione europea a Rio+20.

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25 agosto 2012. Il giudizio tedesco sulle conclusioni di Rio+20. L'Istituto Tedesco per gli studi per gli affari internazionali e la Sicurezza ha pubblicato un documento di valutazione e commento dei risultati della Conferenza di Rio+20. Il punto di partenza del commento prende le mosse dalla constatazione che i delegati europei dell'Unione sono stati senza dubbio i meno soddisfatti del testo di compromesso brasiliano del documento finale di Rio+20 messo insieme in tutta fretta nel weekend precedente la Conferenza. Come molti degli Stati membri dell'Unione europea, Janez Potočnik, commissario europeo dell'Ambiente e negoziatore capo della delegazione dell'Unione europea, era intenzionato a perseguire obiettivi più ambiziosi per la Conferenza. Le organizzazioni ambientaliste e per lo sviluppo sostenibile hanno criticato il documento finale ancora più duramente per essere vago ed evasivo nella sua formulazione, per non nominare gli strumenti espliciti per l'attuazione delle politiche di sostenibilità globale come era stato richiesto e  per la mancanza di alcun fondamento utile per affrontare efficacemente le sfide della politica di sostenibilità globale. Tuttavia, gli Stati UE hanno deciso di approvare la dichiarazione finale (né avrebbero potuto fare diversamente), affermando che conteneva sufficienti elementi positivi, che avrebbero ulteriormente, più potrebbero ed anzi dovrebbero consentire la continuazione il negoziato ed il follow-up dei processi. Ora che la Conferenza è terminata, l'attenzione si deve spostare su questi processi. (> leggi il documento di conclusioni dello SWP su Rio+20).

è opportuno segnalare come meritevole di lettura lo Studio sviluppato dall'Istituto tedesco a  pubblicato in giugno, in contemporanea con la Conferenza, in cui vengono argomentate le aspettative di un possibile successo delle proposte europee soprattutto in materia di Green economy (> scarica lo Studio dello SWP)

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17 maggio 2012. Viviamo in una Green economy?  Un nuovo Rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente  analizza i progressi dell’Europa in vista di Rio+20. Nonostante i progressi in alcuni settori, l'Europa deve fare di più per creare  la Green economy necessaria per il continente a diventare sostenibile, secondo una nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA).

La Green economy è uno dei due temi del Vertice delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile di Rio+20, quello in cui le politiche ambientali, economiche e sociali e l’innovazione devono consentire alla società di utilizzare le risorse in modo efficiente, preservando i sistemi naturali che ci sostengono.

"La Green economy a Rio è una priorità chiave che può avviare un percorso verso una rinnovata crescita economica e la creazione di posti di lavoro in risposta all’attuale grave crisi economica in cui versa l'Europa" ha detto Jacqueline McGlade direttore esecutivo dell’Agenzia.

Il Rapporto sugli indicatori ambientali del 2012 (> scarica il Rapporto) presenta indicatori sperimentati che misurano i progressi verso il miglioramento dell'efficienza dell’uso delle risorse e indicatori che misurano i margini di superamento i limiti ambientali. Consentirà ai responsabili politici e al pubblico di riflettere sullo stato in cui l'Europa si trova nella fase di avvio della Green economy. Molti degli indicatori presentati in questo rapporto mostrano tendenze incoraggianti, mentre altri indicano i problemi che richiedono attenzione urgente.

Le politiche ambientali hanno aiutato l'Europa ad utilizzare le risorse in modo più efficiente, ma le politiche volte a rendere gli ecosistemi più resilienti hanno avuto meno successo. Entrambe sono fondamentali per l’economia verde e la sostenibilità. Il Rapporto sottolinea che il miglioramento dell'efficienza delle risorse è necessario, ma anche che da solo potrebbe non essere sufficiente a garantire una rete, un ambiente naturale resiliente sostenibile. In alcuni casi, la ridotta resilienza degli ecosistemi può essere irreversibile, come ad esempio la perdita di biodiversità che porta all'estinzione delle specie, o il superamento delle soglie critiche (tipping point) ambientali o climatici.

In conseguenza di tali risultati, il Rapporto considera anche l'opportunità di elaborare politiche,  obiettivi e target che più esplicitamente affrontino i legami tra l'efficienza delle risorse, la resilienza degli ecosistemi e il benessere umano per sostenere la transizione verso un'economia verde.

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La Copenhagen Declaration del 23 marzo 2012 sul ruolo delle città per lo sviluppo sostenibile: Sotto la presidenza della nostra Mercedes Bresso, già Governatore del Piemonte, il Comitato Europeo dei Comuni e delle Regioni ha prodotto la Dichiarazione di Copenhagen dove viene rivendicato il ruolo delle città e delle regioni nella fase preparatoria di Rio+20. Nella realtà il documento è una presa di posizione più generale che si rivolge alla Comunità Europea anche per ricordare a tutti che sono le iniziative delle città e dei territori, molto spesso, a qualificare il programma per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, che sta segnando il passo, e per sostenere con efficacia il Programma EU 2020.

La Dichiarazione così conclude: "Chiediamo che la nostra visione della città di domani, il ruolo della politica urbana e del modello sociale europeo, siano accolti e sostenuti in occasione del vertice della Terra  di Rio +20  ed all'interno di altre iniziative di sviluppo sostenibile come il Patto dei Sindaci. Il  vertice di Rio+20 dovrebbe, in particolare, riconoscere la necessità del mainstreaming delle politiche di sviluppo urbano sostenibile  come una componente essenziale  delle politiche nazionali di sviluppo sostenibile". (> Leggi la Copenhagen Declaration)

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Il documento del Consiglio Ambiente Europeo del 9 marzo 2012 su Rio+20  (> leggi il testo): la decisione dell'Unione europea è di orientare in maniera decisa ed autorevole il difficile negoziato di Rio +20  verso una transizione mondiale alla Green economy e di mettere a frutto l'opportunità rappresentata da questa Conferenza delle Nazioni Unite per ripensare la concezione attuale della crescita, del consumo e della gestione delle limitate risorse naturali a livello globale.

L'adozione a Rio nel giugno di una Roadmap della Green economy a livello internazionale deve aprire la prospettiva  di promuovere il lavoro verde e dignitoso, migliorare la salute e il benessere umano. Al contempo sarà fondamentale l'integrazione del valore della biodiversità e dei servizi ecosistemici nei processi economici e decisionali  per affrontare le crescenti esigenze di risorse naturali. si tratta, a conti fatti, degli stessi principi che dovrebbero ispirare l'attuale riforma del bilancio dell'UE per il periodo 2014-2020 che può rendere l'Europa il leader dell'economia verde a livello globale.

Presa di posizione del Consiglio europeo di Primavera del 2 Marzo 2012 - punto 28 - (> vedi l'intero documento): il Consiglio ha sottolineato il suo forte sostegno per un un risultato ambizioso in della Conferenza Rio +20 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Ha sottolineato la necessità di una forte partecipazione del settore privato e della società civile. Ha fissato alcuni principi chiave che guideranno l'UE nei suoi preparativi:

  • La Conferenza dovrebbe guidare una transizione globale verso una Green economy, promuovendo la protezione dell'ambiente, contribuendo all'eliminazione della povertà e favorendo  un modello di sviluppo a basse emissioni di carbonio ed efficiente nell'uso delle risorse;

  • Dovrebbe lavorare per chiari obiettivi operativi e azioni concrete a livello nazionale e internazionale in tempi concordati;

  • Dovrebbe contribuire a un rafforzamento del quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile che deve includere la trasformazione dell'UNEP in un'agenzia specializzata;

  • Dovrebbe portare avanti il lavoro per fissare obiettivi coerenti e globali per lo sviluppo sostenibile dopo il 2015, in coerenza con il processo di revisione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG).

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L'Europa, nonostante la crisi, resta un gigante economico. Rio+20 si profila come l'ennesima difficile prova per il "nano politico" europeo che pure, come regione industrializzata e potere economico globale, è uno dei principali attori del dibattito sulla sostenibilità ed ha, inutile dirlo, grandi responsabilità. Il tono del posizionamento UE per Rio +20 con la comunicazione della Commissione europea  "Rio +20: verso la Green economy e una migliore governance", pubblicata dalle DG DEVCO e Ambiente il 20 giugno di quest'anno, è ancora abbastanza modesto. Il documento contiene la proposta della Commissione, già portata alle PrepCom newyorkesi, che è quella di una Roadmap della Green Economy come  percorso per lo sviluppo sostenibile senza però formulazioni davvero coraggiose e adombrando il problema dell'equità, quindi anche quello della eradicazione della povertà, che, pur rilanciati nei documenti dell'ONU, finiranno per uscire male da Rio+20 senza l'affermazione di una visione di trasformazione profonda del modello di sviluppo occidentale. In materia di governance per lo sviluppo sostenibile il documento ne enuncia diverse, ma la preferenza va, come è noto, alla istituzione di una nuova Agenzia globale per l'ambiente in luogo dell'UNEP e ad un rafforzamento importante dell'ECOSOC per il coordinamento delle politiche sociali ed economiche.

Anche la consultazione degli stakeholder è stata  portata a termine dalla Commissione, diciamo così, per dovere d'ufficio. Un questionario è stato diffuso sul web e le risposte sono state raccolte in un intervallo di tempo troppo breve, dal 14 febbraio al 14 marzo del 2011. Le domande sono un pò autoreferenziali, quasi che la cura degli estensori sia stata accreditare la diligenza dell'Europa nei compiti di attuazione dell'Agenda 21 e degli altri mandati ONU. Le risposte, né poteva essere diversamente, sono poche, in tutto 53, (vedi il Rapporto di sintesi) nessuna delle quali in arrivo dall'Italia. Il Comitato scientifico della nostra Fondazione non ha inviato un parere, per effetto dell'assurda restrizione dei termini che non ha consentito di approfondire la materia. Non vi sono risposte dal Regno Unito, cosa paradossale, né dall'amministrazione centrale francese, che pure ha alle spalle la Grenelle per l'ambiente. Dalla Spagna risponde solo la Catalogna, da sempre all'avanguardia in questi temi.

Diverso e più coraggioso è il Documento del Parlamento europeo di fine settembre. Andava nello stesso senso la Mozione per una posizione unitaria dell'Europa su Rio+20 presentata dall'ENVI, la Commissione parlamentare per l'ambiente, la salute e la sicurezza alimentare.

Anche il CESE (EESC), il Comitato Economico e Sociale ha presentato una linea di proposta molto rigorosa basato sul cosiddetto EDEN mandate per Rio+20 centrato sui problemi dell'equità e dell'occupazione:

·    Establishing an international system for measuring progress in moving economies in a green direction.

·    Developing or promoting fiscal, regulatory and other measures that national governments and other actors can use to deliver sustainability, and overcoming barriers to their adoption.

·    Establishing machinery for monitoring and guiding investment flows around the world to support sustainability objectives (and to discourage unsustainable investment), including in particular how the richer countries can assist the less developed in the sustainability transition.

·    Negotiating specific time-bound targets in each sector for achieving specific sustainability goals, together with machinery for monitoring progress and rolling the targets forward. New targets and measures are particularly needed to address the problems of food, energy and resources security.

Il Consiglio europeo adotta una posizione per Rio+20 nella riunione dei Ministri dell'Ambiente del 10 ottobre. Il contenuto delle conclusioni del Consiglio, per negoziare il quale erano state segnalate esitazioni ed incertezze, risulta in definitiva piuttosto modesto. Non è ben definito, ad esempio, il ruolo dei Ministri dell'economia, senza i quali appare avventuroso un impegno dell'Europa nella Green economy.  Ci potranno essere possibilità di ulteriore elaborazione delle posizioni dell'UE durante la prima parte del 2012, ma  è piuttosto probabile che la posizione adottata dal Consiglio nel mese di di ottobre 2011 sarà quella definitiva.

Poiché il clima alla CSD che deve elaborare il documento di Rio+10 non è dei migliori, specie dopo il passo falso della CSD-19, sarebbe stato necessario un posizionamento chiaro e forte dell'Unione europea   per superare lo stallo nel negoziato internazionale per Rio +20. Di seguito riportiamo i passi di maggior rilievo della decisione del Consiglio Europeo che riafferma:

·    "A strong commitment for an ambitious outcome (p. 4).

·    ... that in order to give renewed impetus to sustainable development, Rio+20 needs to agree on a shared vision for change, able to deliver results within agreed time frames, and ... that the main operational outcomes of the Rio+20 should include a green economy roadmap with specific goals, objectives and actions at international level as well as a package of reforms, which includes the upgrading of UNEP, leading to a strengthened international environmental governance (IEG) as part of a more balanced and effective IFSD (p. 5-4).

·    ... that the transition towards a green economy holds strong potential to promote long-term sustainable growth, create jobs and hence eradicate poverty. (p. 5-6)

·    ... the importance of increasing resource efficiency, promoting sustainable consumption and production patterns, tackling climate change, protecting biodiversity, combating desertification, reducing pollution, as well as using and managing natural resources and ecosystems ... to ensure the just transition towards a green economy. (p. 5-6)

·    ... that in order to move to a green economy, decouple economic growth from the use of natural resources and stimulate markets ..., enabling conditions need to be established, both in the form of regulatory and market-based instruments, including fiscal measures and the gradual elimination of subsidies that have considerable negative effects on the environment ... as well as through voluntary schemes.(p. 6-8)

·    ... that the path towards green economy should be country specific. (p. 6-8)

·    ...  the key role of the private sector ... in delivering green growth through trade, investment, research and development, innovation and resource efficiency, ...  corporate social responsibility (CSR), ...  life-cycle and supply chain analysis, and new, sustainable business models. (p. 6-9)

·    ...  that Rio+20 should contribute to reorienting the current models of economic growth and that in order to measure progress towards green economy, Rio+20 should also contribute to the adoption of a new set of indicators complementing GDP and that integrate economic, social and environmental dimensions in a balanced manner. (p. 6-10)

·    ...  the EU's proposal on the establishment of a UN agency for the environment, based on UNEP, with a revised and strengthened mandate, supported by stable, adequate and predictable financial contributions and operating on an equal footing with other UN specialised agencies, and that this agency should be based in Nairobi. (p. 7-13)

·    ... that funding for the implementation of sustainable development policies and actions will have to come from a variety of sources, both public and private. (p. 7-15)

·    ... the continuing relevance of Official Development Assistance (ODA) ... and the commitment of the EU and its Member States to achieve their collective ODA target by 2015. (p. 8-19)"

A fine ottobre, entro i termini previsti, viene presentato alla UNCSD in 31 pagine il Documento che rappresenta la posizione Europea in vista della prima stesura dello Zero draft del Documento che dovrà concludere Rio 2012. Il Documento contiene in primo piano la proposta per una Roadmap della Green Economy che dovrà far parte del Documento finale di Rio+20 e, come ormai ribadito in tutte le sedi, la proposta di rafforzamento da Programma in Agenzia dell'UNEP e il riordino della governance dello Sviluppo sostenibile nel sistema delle Nazioni Unite, ristrutturando la UNCSD e affidando rinnovati compiti di coordinamento all'ECOSOC, istituzione che risale agli anni della Carta delle Nazioni Unite ma che è finora rimasta estranea al governo dello sviluppo sostenibile.

Il documento ha il titolo:

"Contribution by the European Union and its Member States to the UN Department of Economic and Social Affairs"

e afferma nella presentazione che:

"... The EU and its Member States are putting forward the present contribution in response to the invitation from the Second Preparatory Committee of Rio+20 to provide inputs and contributions in writing by 1 November 2011 for inclusion in a compilation document to serve as a basis for the preparation of the "zero draft" of the outcome document. Our contribution focuses on the two main themes of Rio+20, i.e. green economy in the context of sustainable development and poverty eradication (GESDPE) and the institutional framework for sustainable development (IFSD), as means of achieving the objectives of the Conference...".

Il documento  è dotato di struttura ed è argomentato con notevole complessità. è dunque necessario per noi rinviare ad una sua attenta lettura e considerazione ma riteniamo opportuno riportare di seguito quanto meno le sezioni e i titoli che ne costituiscono l'ossatura:

II. GREEN ECONOMY IN THE CONTEXT OF SUSTAINABLE DEVELOPMENT AND POVERTY ERADICATION

b. A key role of the private sector

c. Proposals for operational outcomes: elements of a green economy roadmap

d. Proposals for cross-cutting actions

Measuring progress - models and indicators

12. Further develop and strengthen indicators complementing GDP that integrate economic, social and environmental dimensions in a balanced manner.

13. Provide global outlook and assessments on energy, water, food and other resource areas, based on a partnership of international and UN organisations.

Sustainable Consumption and Production (SCP)

17. Establish a 10-Year Framework of Programmes on SCP (10YFP), as elaborated in the negotiations in the United Nations Commission on Sustainable Development, based on Agenda 21, the Rio Declaration and the Johannesburg Plan of Implementation.

Capacity development scheme

23. Establish a capacity development scheme - with input from the UN system,

International Financial Institutions, bilateral and multilateral donors and the private sector - to provide country-specific advice, and, where appropriate, region and sector-specific advice to all interested countries on the transformation to a green economy in the context of sustainable development and poverty eradication and to assist them in accessing available funds.

Research and scientific cooperation

25. Establish a mechanism for international research cooperation on major sustainable development challenges.

26. Strengthen the development and implementation of GEOSS , the Global Earth Observation System of Systems, founded as a follow-up to Rio+10, to include sustainable development aspects

Innovative finance and subsidies

29. Launch an international process to promote the role of innovative and private instruments of finance, including by highlighting their importance in areas such as climate change and biodiversity, and stress the role of the Leading Group on Innovative Financing for Development.

30. Ensure commitments to gradually eliminate subsidies that have considerable negative effects on the environment and are incompatible with sustainable development, complemented with measures to protect poor and vulnerable groups, inter alia by expansion of existing G20 and APEC commitments regarding the rationalization and phasing out of inefficient fossil fuel subsidies in the medium term to all UN Member States and timely implementation of the strategic goal and targets on subsidies harmful to biodiversity set out in “The Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020” decided in Nagoya 2010.

Il documento procede di qui in avanti con l'esame approfondito di tutte le politiche di settore. Segue la sezione sulla governance, il secondo tema di Rio+20

III. INSTITUTIONAL FRAMEWORK FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT

Principles

Global Sustainable Development Governance

International Environmental Governance (IEG)

18. The EU and its Member States actively support the incremental improvements of IEG that were identified in the Nairobi-Helsinki process and consider that they should be rigorously implemented ...

19. Furthermore, the EU and its Member States are convinced that, at the same time, more ambitious and broader reform is necessary to respond to the fundamental problems of the current system. A key outcome of Rio+20 should therefore include the upgrading of UNEP into a Specialized Agency for the Environment as part of the reform of IFSD.

Multilevel SD governance: the role of regional, national, subnational and local authorities

The role of non-state actors

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